sabato 26 novembre 2016

Oltre i confini del mondo

Ho letto con piacere il libro di Ornella Nalon, colpito anche da un titolo quantomeno evocativo e dalla bella copertina che non poteva non farmi pensare a Hemingway e alla sua Africa. In effetti, pur essendo ambientata in Tanzania dove Hemingway rischiò la vita e subì ferite che lo segnarono per il resto della vita,  la storia raccontata dall'autrice è molto diversa, e non poteva essere altrimenti. Eppure mi ha catturato sin da subito. E' un libro che si legge benissimo, con pochi dialoghi, molto "raccontato". Qui di seguito la recensione completa.


In “Oltre i confini del mondo” di Ornella Nalon è narrata la storia di due donne forti, generose, ostinate, che seppur provate dalle vicissitudini della vita scelgono di non arrendersi, di reagire, di combattere. Le seguiremo attraverso un percorso doloroso, conflittuale, fino al momento in cui riusciranno a riscattarsi e a costruire un futuro migliore per loro stesse, per coloro che amano.

Assireni vive in Africa, è una donna Masai. La cultura nella quale cresce è patriarcale, vuole la donna sottomessa. Eppure, già prima di incontrare mama Nora (Eleonora), l'occidentale che ha scelto di trasferirsi in Tanzania per aiutare la popolazione con le sue conoscenze mediche, si ribellerà, a modo suo, alle tradizioni Masai che vive come opprimenti. Dal loro incontro nascerà un'amicizia forte, fatta di rispetto, empatia, accoglienza. E un destino migliore per Sabra, sua figlia.

L'autrice sceglie un tocco lieve, uno stile semplice ma efficace per raccontare questa storia, evitando opportunamente a mio avviso, di appesantire la narrazione con toni troppo emotivi. Fa un passo indietro e lascia la vicenda in primo piano, permettendo che si dipani in tutta la sua forza. Spesso utilizza il flash back per fare luce sulla vita precedente di Eleonora, sulle vicende che l'hanno portata ad abbandonare la terra dove è nata, le sicurezze, gli affetti. Sono ben descritte, con un tocco delicato di sensibilità tutta femminile, le atmosfere che si instaurano tra le due protagoniste.

L'Africa è sullo sfondo, mai invadente. Poche le descrizioni del paesaggio, ma pregevoli. Quando il sole sorge si confonde quasi col rosso della terra Masai dominata da un cielo blu cobalto. I personaggi sono ben caratterizzati, specialmente Eleonora di cui conosciamo anche sensazioni, stati emotivi, distanze affettive. Assireni viene dipinta attraverso il racconto che di lei fa Eleonora, ma il suo personaggio non è per questo meno vivido.

La storia scorre fluida, non annoia mai. Gli usi e costumi Masai sono riportati con accuratezza, senza essere moralisticamente giudicati o condannati da una visione troppo “occidentalizzata”. Non per questo si evita di sottolineare quanto dolore e privazioni possa provocare la crudele pratica dell'infibulazione ancora oggi di uso comune in alcune zone della Tanzania e in generale dell'Africa subsahariana.

Un libro intenso scritto con uno stile fluido e garbato; la storia di un incontro di culture diverse che si trasforma in un viaggio interiore di pacificazione e perdono.


Editore: 0111 Edizioni
Pagine: 114
Formati: Cartaceo, Ebook (Epub; Mobi)
Genere: Mainstream

Link Amazon (cartaceo e ebook) 

Link IBS 

giovedì 17 novembre 2016

Prima recensione per Pocofuturo

A cura del blog "La Kate dei libri" che ringrazio!

LA RECE DELLA KATE:
Come dico sempre, che io lo volessi o no, sono letteralmente (e letterariamente) incappata nell’horror. O l’horror è incappato in me? Comunque… le cose stanno in poco posto: l’horror mi circonda, così come il fantastico. Le case editrici e gli scrittori che trattano questo genere letterario mi vogliono bene e io voglio bene a loro. Molto. Ma ho sempre pensato che non avrei voluto – né mi farebbe gioco – fossilizzarmi su un genere solo, ché un genere solo poi ti toglie energia, fantasia, ti toglie le parole di bocca, ti toglie ossigeno dal cervello. Ma certamente non è facile inserirsi in altri circuiti, soprattutto se buona parte del tuo blog è dedicato alla letteratura di genere. Risultato? Ah, niente, gli altri libri me li compro ahahahahaha!
Poi però ogni tanto capita la sorpresa. Arriva un romance, un fantasy, un giallo… e io scodinzolo felice, perché mettermi alla prova con altri generi mi piace e mi esalta. Un nuovo genere significa nel novanta percento dei casi altre parole da scegliere, altri circuiti mentali da attivare, altre persone a cui parlare.
Capita anche che ti arrivi una antologia via l’altra e tu pensi “Adesso basta”, perché le antologie sono facili da recensire come un trattato di neuropsichiatria.
Ma ti arriva una mail, ti viene proposta una antologia che parla di ragazzi e tu non riesci a dire di no.
E dici di sì.
Subito, di getto.
Anche se avevi detto che di antologie e di raccolte di racconti ne avevi piene le scatole.
Anche se tu stessa scrivi racconti e dopo aver letto tutte quelle antologie sei giunta alla conclusione che tu una raccolta di tuoi racconti non la farai mai.
Insomma.
Pocofuturo.



Pocofuturo è un titolo che non mi piace, mettiamolo in chiaro sin da subito, così ci togliamo il dente e andiamo via svelti svelti.
Pocofuturo è una raccolta di racconti che un giovane autore, Beducci, ha creato per noi nel tentativo di immortalare, senza filtro alcuno, un mondo fatto non solo da imprenditori, non solo da genitori, non solo da politici, non solo da economi, non solo da grandi multinazionali, non solo da gente adulta che ha già il potere (e che spesso lo sfrutta molto male), ma anche da ragazzi. I ragazzi che spesso non vediamo, che fanno casino per prendere aria, che sgranano gli occhi perché vogliono vedere, che ballano e sballano perché troppo hanno visto, che soffrono senza risposte; i ragazzi a cui spesso non si chiede “Come stai” e che, come il protagonista del primo racconto, altro non cercano che lacrime da piangere e qualcuno che accolga i loro silenzi. Poi c’è Giovanna, che va troppo di fretta per vedere davvero; Cesare che confonde amore e vendetta; Alice che sente nel petto un grido che somiglia alla parola libertà; c’è Emma che sorride e dice di star bene; c’è Briciola, futuro blogger, lucido e tagliente come una trappola per cacciatori.
Hanno tutti un nome, una storia e una famiglia. Sono ragazzi come tanti, come noi, come i nostri figli. Ci sono cose che capiscono bene (“Sono tutti zombizzati” dice Alice alla sua amica) e ci sono cose che non capiscono affatto (ma la morte, chi la capisce davvero?). Cose che possono fare e cose che non può fare nessuno. E allora non resta che vivere facendo meno male possibile e sentendo meno male possibile.
Perché gli ho dato 7?
Pocofuturo è un titolo triste. Anche alcuni racconti lo sono. Altri invece no, o a me non è parso. Non è una raccolta horror (anche se l’ultimo racconto…), insomma. Sono racconti, punti di vista, idee sparse sulla vita. Che detta così viene da dire Uh santa paletta che due palle, arriva il filosofo!
Invece no.
Invece no!
A parte che finalmente sono incappata in una raccolta di racconti breve (qualcuno lassù mi ama), sono anche incappata in una voce giovane, fresca, umile, gentile. Gentile anche quando parla di cose non bellissime, anche quando non c’è lieto fine alcuno, anche quando non ce lo aspettiamo.
Non è un urlo, non è un sussurro altrettanto spaventevole: è il quieto chiacchierare di chi vuole dirci qualcosa senza scioccarci, con il solo intento di metterci a conoscenza di qualcosa che gli preme. Una voce limpida, ferma e sicura. Uno sguardo a fuoco che non è disfattista ma nemmeno inutilmente edulcorante.
Il lettore viene catturato da una prosa veloce che non è mai sincopata o dall’effetto “avevo il caffè sul fuoco” ma comunque lieve e sincera e modesta e quindi, nonostante tutto e per una volta, tranquillizzante.
Il mio racconto preferito? Io ho ragione. Una chiusa spettacolare e, purtroppo, molto molto vera. Siamo disattenti, rabbiosi, incivili. Quando abbiamo ottenuto ciò che vogliamo passiamo all’obiettivo successivo, alla prossima lotta, alla prossima sberla da dare. Vogliamo cose, stringiamo con i denti, ringhiamo come cani ammalati e alla fine vogliamo solo quello: non l’oggetto del contendere, non la vittoria. Solo la lotta. L’adrenalina della battaglia. Mors mea, vita tua.
Pollice alto quindi per questa breve raccolta (dal titolo brutto) che, però, sa far sentire la sua voce.
Non badate al titolo. Per me il titolo doveva essere Moltofuturo, perché nonostante tutto per queste persone c’è un futuro, c’è possibilità, c’è tutto un ventaglio di colori. Ed è vero che attorno a loro c’è gente dal pocofuturo, ma bisogna pensare a loro, al loro Moltofuturo.
Scaricate il file.

lunedì 7 novembre 2016

Un’antologia solidale a favore delle zone colpite dal sisma

Ho ricevuto un invito a partecipare e diffondere questa iniziativa chiamata "Lo dono da me".
Lascio la parola agli ideatori di questo interessante contest\concorso non solo letterario, visto che abbraccia diverse discipline artistiche, Lorenzo Dati titolare del blog condiviso Lo Scrivo Da Me e Monica Pasero. I proventi, almeno in parte, andranno in beneficenza il restante all’ editore che si unirà al progetto.

 "Per la sezione fotografia in aggiunta allo scatto intendiamo unire riflessioni, poesie, impressioni di autori interessati a collaborare. Una collaborazione tra artisti di diversi ambiti alla ricerca di una forma artistica interessante ed innovativa, col fine di fare beneficenza a favore delle popolazioni colpite dal sisma dello scorso agosto.

 Lo stesso concetto vale per la sezione pittura, scultura, disegno.

Per la sezione poesie e prosa saranno prese in considerazione solo opere inerenti alla tematica e che rientrino nei canoni stabiliti nel regolamento.

La partecipazione è gratuita, chiediamo però la massima diffusione sui vari blog, pagine autore e altri canali mediatici e social network per far si che l’iniziativa porti frutti a favore delle zone colpite…"




Monica Pasero Lorenzo Dati.



 Possono partecipare scrittori poeti pittori fotografi disegnatori musicisti ( con testi di canzoni ) che vogliono dare il loro contributo scritto o visivo.

Tema dell’opera

RINASCITA

L’universo non avrà mai fine, perché proprio quando sembra che l’oscurità abbia distrutto ogni cosa, e appare davvero trascendente, i nuovi semi della luce rinascono dall’abisso.

Philip K. Dick

Regolamento

Scrittori: Si può partecipare con un brano di una lunghezza non superiore ai 5000 caratteri spazi inclusi inedito o edito, (se se ne possiedono i diritti) verranno scartati brani con riferimenti politici, religiosi o con contesti di discriminazione sociale non consoni all’ argomento trattato .

Poeti: Si può partecipare con una lirica a tema che non superi i 30 versi.

P.s. è gradito uso corretto della lingua italiana

Per  poeti e scrittori vi è la possibilità di essere inseriti con un proprio spazio all'interno del blog contattando il blog stesso.

Fotografi Pittori Disegnatori: possono partecipare con uno scatto di un’opera o disegno o fotografia che rappresenti il tema trattato

Musicisti: Possono partecipare con un brano di una loro canzone che riprenda il tema dell’ antologia.

Tutti i partecipanti idonei verranno inseriti nell’antologia, non si richiede acquisto copie chi volesse farlo lo farà a titolo privato, sapendo che è un‘ iniziativa puramente solidale.

Ogni autore avrà accanto all’opera una breve biografia con info sulla sua attività artistica

A tutti i partecipanti viene richiesto il consenso per pubblicare la propria opera, sapendo che è un’ opera solidale per cui non saranno riconosciute royalties sulle vendite.

Nota bene: Il materiale dovrà essere inviato non oltre il 31 dicembre 2016 unito alla liberatoria firmata al seguente indirizzo monet73@gem.it

PER FOTOGRAFIE E IMMAGINI: FORMATO JPG 

PER TESTI E POESIE: FORMATO WORD

PER GLI ILLUSTRATORI PITTORI FOTOGRAFI:

Potrà essere inserito qualora lo desideri nella sezione "Lo Espongo Da Me" del blog, che prevede la creazione di una grande mostra permanente online di tutti gli artisti, dove ogni artista può preparare un proprio progetto personale composto da: un video di 30″ di presentazioni dell’artista in buona risoluzione con una musica (scelta dall’artista) di sottofondo.Una scheda artista con le informazioni a discrezione dell’artista ed eventuali recapiti per chi fosse interessato a conoscere la Tua arte. Non vi sono obblighi, ognuno può lasciare le informazioni che vuole.Una galleria di immagini di buona risoluzione, ben fatte, da fotografi, o anche fai da te se si ama la fotografia e si ha buon occhio. In sostanza sarà curatore, scenografo del suo spazio.